A poco a poco cominciamo a dare a questo sito il suo colore “multilingua”. Qualche testo francese tradotto in spagnolo, qualche articolo spagnolo tradotto in francese, et un po’ di articoli in italiano, tra cui uno sul concerto di Kirill Petrenko a Torino che è stato uno dei più grandi concerti dell’anno, se non degli ultimi anni. Kirill Petrenko esce poco da Monaco di Baviera ed è un privilegio per Torino di averlo accolto soprattutto per un concerto cosi miracoloso.
A poco a poco chiameremo colleghi italiani per recensioni di spettacoli in Italia, che tradurremo in francese. Cosi si costruirà lo scambio che vorremmo stabilire, per confermare che esiste un pubblico europeo per lo spettacolo, curioso anche se non viaggia, che ha voglia di sapere cosa succede in altri paesi, con recensioni fatte da colleghi del paese stesso : le visioni dello spettacolo possono cambiare da un paese all’altro ed è ricco confrontarsi : il teatro di prosa in Italia o in Francia non ha nulla a che vedere col teatro tedesco ad esempio. Sono mondi diversissimi. In un periodo in cui si parla tanto (e male) d’identità vorrei ricordare la bella frase del grande poeta palestinese Mahmoud Darwich : “l’identità non è un’eredità. Ci crea e noi la creiamo costantemente. E la conosceremo solo domani.”
Noi crediamo nell’Europa della cultura e delle culture in dialogo. Per fortuna la musica è la più internazionale delle arti. Kirill Petrenko entusiasma a Torino, Vienna, Monaco, Berlino e Parigi. Come una volta (e tutt’ora) Claudio Abbado.
Pero non era il caso di Georges Prêtre, che ci è mancato due giorni fa. Perché, nemo propheta in patria, non era considerato da molti in Francia come lo era altrove, in particolare in Italia e in Austria. In Francia, negli anni 70 all’Opera di Parigi ha ricevuto tanti fischi da un pubblico cattivo e ignorante per molte opere che dirigeva. Al contrario di quei stupidi, sostengo che era un grandissimo direttore d’opera, ma non solo e non solo di musica francese. Ricordiamo la sua magnifica Bohème scaligera, e ricordiamo che è stato chiamato due volte a capo dei Wiener per il concerto di Capodanno. Per quanto mi riguarda l’ho sentito dirigere la Quinta di Mahler in modo grandioso, mentre si diceva in Francia non era il suo repertorio…
È un paradosso veder morire un grande artista all’inizio dell’anno, mentre auguriamo a tutti un buon anno 2017.
2017 sarà di sicuro pieno di incertezze politiche dappertutto, ma almeno ricco di una certezza : l’arte e la cultura fanno civiltà e umanità, e questo lo difenderemo sempre con ardore e fiducia.
Di nuovo Auguri a tutti.
Quest'articolo è stato scritto da Guy Cherqui