Vuoi sapere degli eventi di questo autunno ? Non è il trionfale tour di Riccardo Chailly a Milano e in Cina con la sua straordinaria Lucerne Festival Orchestra, né le stimolanti ultime produzioni della stagione scaligera, con una rarissima Ägyptische Helena di Strauss quasi mai rappresentata, o Quartett di Luca Francesconi nella regia di Alex Ollé, e la direzione del giovane e straordinario direttore Maxime Pascal.
Quello che trovo molto stimolante e anche emozionante sono tre eventi che celebrano i giovani e mostrano quanto può essere viva (e vivace) la musica e l’eccellenza che essa genera in Italia.
In primis, il trionfo a Lione nel giugno scorso, a Martina Franca in estate e a Wexford in questo momento del giovane direttore Michele Spotti, un'autentica speranza della bacchetta, il cui Rigoletto a Lione in primavera non deve essere mancato in nessun caso.
Secondo evento, il contestato Nabucco di Parma, così intelligentemente messo in scena da Ricci/Forte, che ha suscitato proteste, ma che è il vero evento del Festival Verdi 2019, con la direzione energica e imperturbabile, piena di respiro e di musicalità di Francesco Ivan Ciampa, altro direttore d'orchestra (è nato nel 1982) che dimostra quanto sia impressionante la generazione attuale di direttori in Italia per la sua ricchezza e diversità : con l'ultimo arrivato Spotti, Ciampa puo’ pretendere ad un posto accanto ai Mariotti, Rustioni, Sagripanti, Lanzillotta o all’appena più vecchio Antonino Fogliani, che ha trionfato a Ginevra in un'Aida delicata e raffinata o addirittura a Gianluca Capuano, il decano di tutti questi nomi perché nato nel 1968, ma musicista espertissimo e grande musicologo, e che come direttore sta esplodendo da poco sulle scene internazionali. Una bella rosa di talenti.
Terzo evento, last but not least, che fa respirare i giovani musicisti italiani, i quattro incredibili concerti Brahms di Daniele Gatti a capo della LaFil-Filarmonica di Milano negli ultimi giorni di ottobre : questa giovanissima orchestra davvero eccezionale fatta da giovani musicisti e da prime file espertissime, ha scatenato un entusiasmo raramente visto nei concerti di musica classica, con standing ovation e urla di gioia da parte del pubblico della Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Daniele Gatti ha dato a questo Brahms una nuova, vivace ed emozionante energia, leggibilità e ispirazione. Questo conferma quanto Gatti sia un direttore fuoriclasse, erede dei più grandi italiani del passato a cominciare da Claudio Abbado.
All'inizio dell'anno volevamo un anno di spirito "Abbadiano", ed ora Gatti, in un Brahms di testa cuore e fuoco, ci offre un’indicibile emozione : bastava vedere la soddisfazione degli orchestrali per capire che qualcosa nasce a Milano, fuori dai canali tradizionali, fuori dai circuiti e che rende la musica viva, autenticamente giovane e popolare, una musica del futuro e del cuore. Grazie a loro e grazie a Daniele Gatti per avercelo dato.
Quest'articolo è stato scritto da Guy Cherqui