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L'amata Primavera ha perduto il suo odore

Edito primavera 2020

L'amata Primavera ha perduto il suo odore

Guy Cherqui — 18 Marzo 2020

Sandro Botticelli, La Primavera, Firenze, Gallerie degli Uffizi

La primavera è il tempo della rinascita della natura, il tempo in cui tutti i desideri rinascono, come ci insegna il famoso quadro di Botticelli che qui riproduciamo, si balla, ci si tocca in una natura in fiore, sullo sfondo di profumatissimi aranci. Una scena che respira una specie di serenità e speranza.

Ma in questo anno 2020 " L’amata Primavera ha perduto il suo odore.", come dice Baudelaire 1. Siamo tutti confinati in un'Europa che in questo caso davanti a una disgrazia unica fa vedere i suoi fallimenti e la sua vigliaccheria – siamo abituati e ne abbiamo la conferma – nella sua incapacità di rispondere tutti insieme alla sfida più importante che ha affrontato il mondo da decenni se non secoli.
Come sappiamo, il virus non ha nazionalità né confini, è tutt'altro che straniero, ed è anche un elemento della natura che ci circonda. C'è chi grida "chiudiamo i confini" dando come giustifica il coronavirus ma lo grideva lo stesso prima, "in tempi normali", come se un confine ci proteggesse di qualcosa. Tra noi e la Cina esistono frontiere con altrettanti visti, chiusure, e distanze, eppure il coronavirus le ha attraversate. Sciocchezze che tutto questo, una sciocca manifestazione della mediocrità politica. Muri e recinzioni sono una sciocchezza e non hanno mai impedito nulla.

La storia l'ha dimostrato. Ma come sappiamo, le lezioni della storia sono raramente seguite. Confinarsi a casa propria e isolarsi il più possibile non ha nulla a che vedere con gesti che qui sono più politici che sanitari.

La musica, invece, come l'arte, non ha, non ha mai avuto confini. La Dama con l'ermellino di Leonardo è confinata a Cracovia, così come La Primavera di Botticelli è confinata agli Uffizi o La Gioconda al Louvre, che sono attualmente vietate alla nostra vista, opere d'arte che appartengono a tutti e che non hanno mai avuto una "nazionalità", nozione che ai tempi rinascimentali non aveva senso.
Per quanto riguarda il melomane confinato, ha almeno la possibilità di poter ascoltare la sua musica anche oggi a casa o in streaming.

Per gli amanti della musica, la primavera è la stagione dei festival pasquali, tutti cancellati, degli annunci di stagione, che fanno sognare tanto più che la speranza che si svolgano rimane condizionata dall'evoluzione dell'epidemia, e ci si può interrogare sui festival estivi, a causa della preparazione, delle prove, dei confinamenti attuali, dell'internazionalità dei partecipanti, a seconda delle condizioni a cui sono sottoposti i tecnici o gli artisti.

Si, l’amata Primavera ha perduto il suo odore…

Tuttavia, la maggior parte delle istituzioni musicali hanno messo a disposizione degli amanti della musica la loro scorta di registrazioni in streaming, e si può mettere insieme un programma da sogno di opere, balletti e concerti. L'iniziativa è venuta dai Berliner Philharmoniker, che per primi hanno aperto la Digital Concert Hall, un vera e propria scatola delle meraviglie della più grande delle orchestre, che presto è stata seguita da tutti i grandi teatri d'opera o dalle grandi orchestre, quando hanno un archivio video online facilmente accessibile.

E poi c'è la meravigliosa iniziativa di uno dei più grandi pianisti dell'epoca, Igor Levit, che alle sue eccezionali qualità di artista aggiunge un amore per l'uomo, un senso del ruolo dell'artista nella città, una speranza nell'umanità saldamente ancorata al corpo che non può che suscitare ammirazione in un mondo molto grigio e poco umano. Ha proposto, in diretta da casa sua, un concerto di pianoforte ogni giorno tra le 18 e le 19, in condizioni che dimostrano la preminenza e l'essenzialità del dono, a livello individuale certamente, ma anche sociale prima di ogni altra considerazione tecnica.  Il dono è infatti un fenomeno sociale e antropologico così come definito dagli antropologi dopo il Saggio sul dono di Marcel Mauss 2, dato come anti-utilitario.  Quindi devi seguire rapidamente all'account Twitter di Igor Levit @igorpianist.

Certo, visto che i teatri sono chiusi, siti come il nostro potrebbero essere senza cibo, ma per il momento non è così, perché molti articoli su concerti o opere viste dallo scorso gennaio sono ancora in preparazione, incompiuti o sotto forma schematica, e nuovi articoli non mancheranno quindi nelle prossime settimane sugli spazi Wanderer, sia su Wanderersite che sul Blog del Wanderer (in francese con possibilità di traduzione automatica) ;  il periodo è anche un buon momento per riflettere sul futuro e sulle novità che potremmo offrire ai nostri fedeli lettori, ma anche su nuovi articoli, riflessioni o analisi.

Più in generale, è un buon momento per leggere, perché se i teatri sono chiusi, i libri sono sugli scaffali, pronti per essere letti o riletti, perché questo dannato virus ci lascia almeno una merce rara, molto preziosa in questi periodi neri, il tempo. Se non possiamo essere Wanderer (Vagabondi) nello spazio fisico, siamo Wanderer nello spazio mentale, quindi facciamo in modo che la primavera ritrovi il suo odore.

 

References   [ + ]

1. ↑ Charles Baudelaire, I fiori del Male, Spleen et idéal, Poesia LXXX, L’amore del nulla
2. ↑ Marcel Mauss, Saggio sul dono, Giulio Einaudi, 2002

Quest'articolo è stato scritto da Guy Cherqui

Berliner PhilharmonikerIgor Levit

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