Wanderer

Menu
  • Opera
  • Concerti
  • Danza
  • Prosa
  • Libri e CD/DVD
  • Varia

Ultimi posts

Macerata Opera Festival 2022 : un nuovo corso

Oro musicale e piombo scenico

Vorrei pianger, ma non posso… Storia di una Lucia di oggi

Opportunità da favola per una rifugiata

I Puritani sono tornati a Roma con elevata raffinatezza musicale

Wanderer
⋄
Concerti
⋄
Sontuosa inaugurazione, poi chiusura disastrosa

Concerto dell' Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretto da Antonio Pappano, Auditorium Parco della musica – Roma, 2020-2021

Sontuosa inaugurazione, poi chiusura disastrosa

Francesco Arturo Saponaro — 5 Novembre 2020

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Inaugurazione della stagione sinfonica 2020-2021

Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano, direttore
Piero Monti, maestro del Coro

Anton Bruckner (1824-1896)

Te Deum in do maggiore per soli, coro e orchestra

Donika Mataj, soprano - Daniela Salvo, contralto
Anselmo Fabiani, tenore - Antonio Vincenzo Serra, basso

Gustav Mahler (1860-1911)

Das Lied von der Erde (Il canto della terra)

Gerhild Romberger, contralto
Clay Hilley, tenore

 

 

Auditorium Parco della musica - Roma
Auditorium Parco della Musica, Via Pietro de Coubertin, Rome, Italie
Scheda del luogo
Roma, Auditorium PArco della Musica, sabato 17 ottobre 2020

Santa Cecilia: concerto d’inaugurazione, concerto successivo, poi è arrivato lo stop. E così per ogni attività di spettacolo, in barba al generale rispetto delle precedenti norme anti-Covid, ovunque attentamente praticate dai teatri, con massiccia diminuzione dei posti in sala, e con notevole aggravio delle spese per provvedere alla sanificazione. Il decreto governativo del 24 ottobre, che ha nuovamente chiuso tutto innescando un probabile disastro, sta provocando un terremoto, un’ondata di proteste. Civile, ma fermissima, anche la lettera di aperto dissenso, indirizzata da Riccardo Muti a Giuseppe Conte, capo del governo. E bisognava sentirla, l’inconsistenza della replica via social di Dario Franceschini, ministro di cultura e spettacolo dell’attuale governicchio, alla vibrante sollevazione dell’intero mondo culturale! Quale sarebbe il motivo, addotto da Franceschini, per imporre la nuova clausura totale, anche a ristoranti e bar? Dissuadere il pubblico dall’uscire di casa dopo le 18, e quindi dissuaderlo dall’uso dei mezzi pubblici. A parte il fatto che il pubblico serale adopera mezzi proprî e non pubblici, perché invece i centri commerciali rimarranno sempre aperti anche nel week end? E i supermercati, dove ci si affolla e non si fa più la fila all’esterno? E le messe domenicali, perché non inibirle?

Orchestra e Coro distanziati nel concerto d'inaugurazione di Santa Cecilia

Il concerto di apertura della stagione sinfonica ’20-‘21 è stato però all’altezza delle tradizioni. Antonio Pappano sul podio e, in locandina, il raro quanto curioso abbinamento del Te Deum di Anton Bruckner (1824–1896), e del Lied von der Erde (Il canto della terra) di Gustav Mahler (1860–1911). Due figure, Bruckner e Mahler, in parte coeve, e dalle personalità molto diverse, per quanto certi clichés superficiali li accostino per il loro gigantismo creativo, e per la loro sensibilità ad alcuni aspetti del linguaggio wagneriano. In realtà, Bruckner è un cattolico austriaco tutto d’un pezzo nella sua fede religiosa, mentre Mahler è un raffinato intellettuale mitteleuropeo, intriso di dilemmi esistenziali e di scetticismo, teso a esprimere la precarietà e caducità del vivere.

Il Te Deum, inno paleocristiano di lode e ringraziamento alla divinità, nasce alla fine del secolo IV. Il suo testo ha poi ispirato, nella storia della musica, molti compositori, spesso sollecitati da importanti occasioni celebrative, quali intronazioni di sovrani o festeggiamenti per vittorie militari. Il suo Te Deum, Bruckner lo termina nel 1881, rivedendolo poi nel 1884. Gli conferisce un profilo imponente, monolitico, sottolineato dalla strumentazione nutrita con cospicua sezione di ottoni più organo, e dalla presenza del coro più quattro solisti di canto. La religiosità che ispira questa pagina emerge dalla riduzione al nòcciolo dell’apparato compositivo ed espressivo : moduli ritmici ripetuti e riaffermati, polifonia omogenea e densa anziché articolata e complessa, omissione di preludi e interludi orchestrali. Quindi, sì a un’atmosfera di solennità e maestà, ma preminenza alla dimensione sacrale del testo, e spazio anche a momenti di trepidazione e smarrimento.

Saluti con la maschera

Proprio su tali passaggi raccolti, piuttosto che su quelli grandiosi e trionfali, Pappano ha focalizzato lo sguardo, illuminandone i palpiti con una sensibilità protesa al di là della dimensione sacra, fideistica, del pezzo. È così affiorata un’interessante lettura in chiaroscuro, che si è avvantaggiata anche di una certa particolare tenuità e luminosità sonora, favorita dalla collocazione distanziata (in omaggio alle regole anti-Covid) sia dell’orchestra sia del coro, sparso nella soprastante galleria. Orchestra e coro, quest’ultimo istruito da Piero Monti, entrambi impeccabili, così come i quattro solisti, attinti proprio dalla compagine corale : Donika Mataj soprano, Daniela Salvo contralto, Anselmo Fabiani tenore, Antonio Vincenzo Serra basso. La bacchetta di Pappano, più che alla compattezza trionfale, guarda al caleidoscopio di eloquenti sfumature e risorse del vocabolario di Bruckner, in una visione interpretativa che illumina il molteplice anziché la rigida coesione.

Lied von der Erde : Gerhild Romberger

Lo stesso universalismo, lo stesso transito attraverso paesaggi poliedrici, discontinui, smerlati, segna anche la lettura del mahleriano Canto della terra. Dal gesto del direttore britannico emergono non soltanto il senso di sfibramento, di desolazione che segna questa pagina, ma anche altre e più calde suggestioni, che coniugano attentamente la malinconia di fondo alla ricerca della bellezza che emerge dal raffinato pannello di colori. Ed è così che, nella lettura di Pappano, il disincanto può alternarsi al sogno, la gaiezza all’angoscia, procurando un rilievo molto particolare al percorso drammaturgico. Dei due interpreti vocali, il bel colore di Clay Hilley, tenore, rende meglio e convince più del contralto Gerhild Romberger, dal velluto denso ma non seducente.

Lied von der Erde : Clay Hilley

 

 

 

Quest'articolo è stato scritto da Francesco Arturo Saponaro

Accademia nazionale di Santa CeciliaAnselmo FabianiAntonio PappanoAntonio Vincenzo SerraClay HilleyDaniela SalvoDonika MatajGerhild RombergerOrchestra e coro dell'Accademia Nazionale di Santa CeciliaPiero Monti

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lingue

  • Français
  • English
  • Deutsch
  • Italiano

La Newsletter del Wanderer

Ad

Sul Blog del Wanderer (In francese)

  • IN MEMORIAM PHILIPPE LABRO (1936-2025)
  • LA SAISON 2025-2026 DE LA STAATSOPER DE HAMBOURG
  • SCALA : LE NOUVEAU DIRECTEUR MUSICAL N’EST PAS CELUI QU’ON ATTENDAIT
  • LA SAISON 2025-2026 DE L’OPERA NATIONAL DE PARIS
  • LA SAISON 2025-2026 DE LA BAYERISCHE STAATSOPER DE MUNICH
Facebook Twitter
Contatto
redaction@wanderersite.com
Twitter : @WandererSite
Facebook : Page du Wanderer

15, rue Général-Dufour
1204 Genève
Tel: +41 22 508 59 09
Crediti
© 2025 Copyright Wanderer
Admin
fr French
nl Dutchen Englishfr Frenchde Germanel Greekit Italianja Japanesepl Polishru Russianes Spanishsv Swedish