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Riccardo Muti ritorna al San Carlo e fa trionfare Così fan tutte

Così fan tutte di W. A. Mozart, Teatro di San Carlo – Napoli 2018-2019

Riccardo Muti ritorna al San Carlo e fa trionfare Così fan tutte

Francesco Arturo Saponaro — 19 Dicembre 2018

Wolfgang Amadeus Mozart
Così fan tutte  

Opera buffa in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte da Le metamorfosi di Ovidio e da La grotta di Trofonio di Giovanni Battista Casti

Prima rappresentazione: Vienna, Burgtheater, 26 gennaio 1790

Direttore | Riccardo Muti
Maestro del Coro | Gea Garatti
Regia | Chiara Muti
Scene | Leila Fteita
Costumi | Alessandro Lai
Luci | Vincent Longuemare

Fiordiligi, Maria Bengtsson
Dorabella, Paola Gardina
Guglielmo, Alessio Arduini
Ferrando, Pavel Kolgatin
Despina, Emmanuelle de Negri
Don Alfonso, Marco Filippo Romano

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

 Nuova Produzione del Teatro di San Carlo in coproduzione con Wiener Staatsoper

Teatro di San Carlo - Napoli
Teatro San Carlo, Via San Carlo, Naples, Italie
Scheda del luogo
Napoli, Teatro di San Carlo, giovedì 29 novembre 2018

Era dal 1984 che Riccardo Muti non saliva sul podio del San Carlo, il teatro della sua città natale. Diresse allora un Macbeth che, in fase di preparazione, vide sorgere attriti fra le esigenze del grande direttore e l’atteggiamento di parte dell’orchestra, attriti che da allora hanno tenuto Muti lontano da quel palcoscenico. Dopo trentaquattro anni, e molta acqua sotto i ponti, Muti ha ora accettato di ritornare nell’ente napoletano, per dirigervi un nuovo allestimento di Così fan tutte, coprodotto con la Wiener Staatsoper che lo ospiterà nel 2020.

Maria Bengtsson (Fiordiligi)in primo piano e Paola Gardina (Dorabella)

A ideare la regia è stata chiamata Chiara Muti, figlia del Maestro, che ha già qualche esperienza di teatro lirico. Piuttosto giovane la compagnia di canto, e senza stelle di fama ; quindi pronta al meticoloso calendario di prove stabilito dal maestro. E siccome il capolavoro mozartiano respira proprio della dialettica fra baldanza giovanile e sagacia senile, l’incontro tra il cast e l’immensa esperienza del direttore d’orchestra è stato ideale.

Com’era prevedibile, la qualità della concertazione di Muti è apparsa impressionante. Non soltanto nel perfetto funzionamento di ogni ingranaggio, ma anzitutto per la patina tutta particolare, tra il disincanto e la malinconia, di una lettura che ha impresso a quest’edizione un esito memorabile. Senza trascurare i momenti buffi dell’opera, infatti, con tutta morbidezza il percorso studiato da Riccardo Muti ha impalpabilmente recato in superficie il sottofondo agro e la mestizia che, all’occhio del lettore moderno, si celano nell’edificio drammaturgico di Così fan tutte. E, grazie al connubio tra la bacchetta talentuosa e il bagaglio esistenziale di uomo ormai navigato, il geniale direttore ha trovato un mirabile, emozionante equilibrio tra rendimento musicale e sorridente distacco. Accanto al sapore erotico e giocoso, la concertazione ha disegnato il profilo sibillino di un’opera che appare illuminista per vari aspetti, e rimane tuttavia misteriosa nel far intravedere la disperante inaffidabilità della condizione umana. Basterà citare, a mo’ di esempio, il tenuissimo attacco e la condotta nostalgica di Soave sia il vento, pagina-simbolo dell’opera. E va ricordato che, nella riuscita di questo complesso progetto interpretativo, lodevoli sono stati i contributi dell’orchestra e del coro sancarliani, quest’ultimo preparato da Gea Garatti Ansini, nonché il sicuro incedere, al fortepiano, di Luisella Germano nei recitativi.

La regia di Chiara Muti è apparsa nell’insieme apprezzabile e leggera, a parte qualche evitabile eccesso, come una mongolfiera o alcune controscene, o i momenti coreutici al di là di un velario. Preparate con garbo e accortezza le movenze affidate agli interpreti, in un disegno organico che, ad esempio, risolve con eleganza il concertato conclusivo, mettendo i personaggi in movimento, senza lasciarli come immobili salami al proscenio. L’impianto scenico di Leila Fteita è relativamente semplice e funzionale, con il colore acquamarina dominante su un pavimento trasparente a più livelli, due logge ai lati dove si affacciano i figuranti, e di volta in volta vari arredi, quali i letti sui quali si adagiano le fanciulle o un giardino all’italiana coi suoi nascondigli. Eleganti le tinte prevalentemente chiare, pastellate, anche dei costumi di Alessandro Lai ; e il tutto riesce molto luminoso grazie al disegno luci di Vincent Longuemare.

Maria Bengtsson (Fiordiligi) circondata da Paola Gardina (Dorabella) e Emmanuelle de Negri (Despina)

Più che buona la compagnia di canto. Positiva la prova del soprano Maria Bengtsson, che nei panni di Fiordiligi esibisce un timbro lucente e ben tornito. Attenta la sua cura di mezzevoci e filati, esemplari nella morbidezza di Per pietà, ben mio, perdona. Al grave, tuttavia, affiora qualche disagio che, in Come scoglio, la induce a spingere. Impeccabile è invece il mezzosoprano Paola Gardina, che anima una Dorabella molto interessante per flessibilità di accenti, corposa rotondità del timbro in ogni registro, grazia spiritosa di attrice, che si riflette anche nella lodevole dizione. E infatti scrosciano gli applausi su Smanie implacabili o sul piglio brioso di Amor è un ladroncello. Agiata disinvoltura vocale e scenica emerge dal baritono Alessio Arduini, un Guglielmo di slanci mutevoli e sempre centrati, ammiccanti in Non siate ritrosi o risentiti in Donne mie, la fate a tanti. Non sullo stesso livello il tenore Pavel Kolgatin, Ferrando, che fraseggia sì con finezza in Un’aura amorosa, o in Tradito, schernito ma la cui vocalità, insistendo nel vibrato, appare talvolta un po’ belante. Vivace, spigliata la Despina di Emmanuelle de Negri, mentre il baritono Marco Filippo Romano propone, con buona vocalità, un don Alfonso indulgente e bonario, distante dal filosofico cinismo che a volte oggi si chiede al personaggio.

La scuola degli amanti… Alessio Arduini (Guglielmo) Paola Gardina (Dorabella), Maria Bengtsson (Fiordiligi) e Pavel Kolgatin (Ferrando)

Crediti foto: © Silvia Lelli

Quest'articolo è stato scritto da Francesco Arturo Saponaro

Alessandro LaiAlessio ArduiniChiara MutiEmmanuelle de NegriGea Garatti AnsiniLeila FteitaLuisella GermanoMarco Filippo RomanoMaria BengtssonPaola GardinaPavel KolgatinRiccardo MutiVincent Longuemare

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