Wanderer

Menu
  • Opera
  • Concerti
  • Danza
  • Prosa
  • Libri e CD/DVD
  • Varia

Ultimi posts

Macerata Opera Festival 2022 : un nuovo corso

Oro musicale e piombo scenico

Vorrei pianger, ma non posso… Storia di una Lucia di oggi

Opportunità da favola per una rifugiata

I Puritani sono tornati a Roma con elevata raffinatezza musicale

Wanderer
⋄
Opera
⋄
Un ballo fin troppo in maschera

Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, Gran Teatro La Fenice – Venezia 2017-2018

Un ballo fin troppo in maschera

Mauro Masiero — 27 Novembre 2017

Giuseppe Verdi (1813-1901)
Un ballo in maschera (1859)

 

Direttore: Myung-Whun Chung
Regia: Gianmaria Aliverta
Scene: Massimo Checchetto
Costumi: Carlos Tieppo
Luci: Fabio Barettin
Movimenti coreografici: Barbara Pessina

Riccardo ⎮ Francesco Meli
Amelia ⎮ Kristin Lewis
Renato ⎮ Vladimir Stoyanov
Oscar ⎮ Serena Gamberoni
Silvano, un marinaio ⎮ William Corrò
Ulrica, indovina ⎮ Silvia Beltrami
Samuel ⎮Silvia Beltrami
Tom ⎮ Mattia Denti
Un giudice ⎮ Emanuele Giannino
Un servo d’Amelia Roberto Menegazzo /Dionigi D’Ostuni

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro ⎮ Claudio Marino Moretti
Coro di voci bianche
maestro del Coro⎮ Diana D’Alessio
Nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice

Gran Teatro La Fenice - Venezia
Teatro la Fenice Campo San Fantin, Venezia
Scheda del luogo
Teatro la Fenice, novembre 2017, Prova Generale

Il nostro collaboratore Mauro Masiero ha assistito in modo del tutto eccezionale alle prova generale di Un ballo in maschera, spettacolo di inaugurazione della stagione 2017-2018 del Teatro La Fenice. Ovviamente, trattandosi dell'ultima seduta di lavoro, il lettore dovrà tenere conto che ci possono essere differenze tra prova generale e recite successive.
Ne rendiamo comunque conto, ma preghiamo di leggere la recensione con la dovuta distanza. 

La redazione

A Verdi spiacque abbandonare l’ambientazione svedese del libretto originario di Scribe per collocare l’opera che diverrà Un ballo in maschera nella Boston del tardo Seicento : « Peccato ! Dover rinunziare alla pompa di una corte come quella di Gustavo III », scrisse ; Verdi vedeva sfumare, con i fasti regali, alcune ghiotte occasioni di lavoro musicale. La corte americana fu poco più che un ripiego, che causò non pochi problemi e richiese ulteriori rimaneggiamenti a un libretto che già di per sé non svettava per valore letterario. L’ambientazione nell’America repubblicana e schiavista, presumibilmente anteriore a Lincoln, voluta dal regista Gianmaria Aliverta risulta pertanto pressoché inspiegabile : un’epoca di cilindri neri e colletti bianchi, di rigorosa sobrietà puritana ha poco o nulla del brio cavalleresco auspicato da Verdi ma si decide comunque di ospitarvi una vicenda di passioni ineluttabili e le gesta di un regnante tendenzialmente frivolo e disincantato, ancorché saggio. Se poi si tenta di recuperare la leggiadrìa cortigiana magistralmente dipinta dalla musica con improbabili costumi sgargianti e con risibili anacronismi scenografici – come le generiche stars and stripes e gli enormi pezzi di Statua della Libertà, ma la lista potrebbe continuare a lungo – c’è davvero più di qualche cosa che non va, in questo allestimento.

Ma si sa : la regìa non è affare da musicologi, men che meno la scenografia e i costumi ; facciamo lavorare le orecchie, quindi. Una buona notizia : l’orchestra è in ottima forma e la collaborazione con Chung (che neppure una settimana fa ha regalato un Mahler da brividi) è felice e fruttuosa. Splendidi slanci melodici, linee secondarie in bella evidenza, ritmi tesi e incalzanti, episodi solistici o di dialogo con i cantanti ben curati e riusciti, raffinatissima l’orchestrina nel finale del terzo atto con il suo gelido Todesmenuett. Anche il coro sa il fatto suo e regala sezioni virili dalla sonorità possente, un canto franto e picchiettato dei congiurati preciso al secondo, un legato nei corali degno della sezione degli archi ; grandi equilibrio e varietà di suono con picchi di intensità e di lirismo.

Lo stesso non si può purtroppo dire dei cantanti, fin troppo in maschera loro stessi. Francesco Meli è un Riccardo dalla voce stentorea e ricca, tanto che rischia in qualche momento di sbraitare ; non risparmia nulla, infatti : dà tutto e si produce in continui portamenti – non di rado melensi – e in una dizione a tratti enfatica e retorica, birignao da comizio irredentista. L’intonazione però è buona e, a conti fatti, il suo è un Riccardo pertinente, forse un po’ manchevole di brio ed eleganza. Decisamente fuori luogo è invece l’eroina dello sventurato triangolo : Kristin Lewis, un’Amelia vocalmente schizofrenica, dotata di tanti timbri quanti sono i registri della sua voce, voce incoerente, che non ha nemmeno il pregio di un’intonazione impeccabile, né di una corretta dizione : non si contano le sillabe fagocitate tra un cambio di registro e l’altro, le sviste sulle consonanti doppie, le p le t esplosive. L’Oscar di Serena Gamberoni è gaio e brillante, ma non spicca per agilità vocale ; abbastanza riuscita l’accoppiata Tom & Sam resi sinceramente ridicoli dagli eccentrici abiti variopinti. Senza infamia e senza lode Silvia Beltrami (Ulrica) e Vladimir Stojanov (Renato), belle voci che interpretano le loro parti con correttezza, senza concedere esibizioni memorabili.

Una produzione – ahimé – assai povera, approssimativa e raffazzonata, poco attenta ai dettagli e all’intento del compositore, incline al kitsch, colma di incongruenze e stereotipi, con un cast mediocre – quando non insufficiente – che si salva per il lavoro egregio di coro e orchestra e per la preziosa bacchetta di Chung. Una mascherata superficiale e disimpegnata, piacevole – forse – ma ben lontana dagli intenti di un Verdi genuinamente drammaturgico alle prese con il suo personale Tristano.

Crediti foto: © Michele Crosera

Quest'articolo è stato scritto da Mauro Masiero

Barbara PessinaCarlos TieppoClaudio Marino MorettiDiana D’AlessioDionigi D’OstuniEmanuele GianninoFabio BarettinFrancesco MeliGianmaria AlivertaKristin LewisMassimo ChecchettoMattia DentiMyung-Whun ChungRoberto MenegazzoSerena GamberoniSilvia BeltramiVladimir StoyanovWilliam Corrò

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lingue

  • Français
  • English
  • Deutsch
  • Italiano

La Newsletter del Wanderer

Ad

Sul Blog del Wanderer (In francese)

  • IN MEMORIAM PHILIPPE LABRO (1936-2025)
  • LA SAISON 2025-2026 DE LA STAATSOPER DE HAMBOURG
  • SCALA : LE NOUVEAU DIRECTEUR MUSICAL N’EST PAS CELUI QU’ON ATTENDAIT
  • LA SAISON 2025-2026 DE L’OPERA NATIONAL DE PARIS
  • LA SAISON 2025-2026 DE LA BAYERISCHE STAATSOPER DE MUNICH
Facebook Twitter
Contatto
redaction@wanderersite.com
Twitter : @WandererSite
Facebook : Page du Wanderer

15, rue Général-Dufour
1204 Genève
Tel: +41 22 508 59 09
Crediti
© 2025 Copyright Wanderer
Admin
fr French
nl Dutchen Englishfr Frenchde Germanel Greekit Italianja Japanesepl Polishru Russianes Spanishsv Swedish