Il Festival Internazionale di Musica da Camera “ClassicheFORME” in programma dal 5 al 7 luglio 2019 arriva a Lecce, dall'Ipogeo Bacile di Castiglione a Spongano, sede delle prime due edizioni, quest'anno il Festival si sposta nel centro del capoluogo salentino presso il Chiostro dell’Antico Seminario di Piazza Duomo, gioiello del Seicento, e presso la dimora storica Palazzo Tamburino Cezzi, una dimora privata raramente aperta al pubblico. Accanto a Beatrice Rana, premiata nel 2018 come “Artista Femminile dell’Anno” ai Classic BRIT Awards della Royal Albert Hall di Londra, si esibiranno artisti di fama internazionale ma anche giovani artisti, promesse della musica, che arrivano da tutta Europa.
Abbiamo intervistato Beatrice Rana, la giovanissima pianista ideatrice e direttrice artistica del Festival “ClassicheFORME” appena prima della sua partenza per gli Stati Uniti dove, in tournée a Detroit Pittsburgh Philadelphia, terrà una serie di concerti.
Terza edizione del Festival Classiche forme con una novità, quest'anno la sede sarà la bellissima città di Lecce. Lei così giovane come direttrice artistica, ha creduto fin dall'inizio a questa manifestazione?
Ho creduto fortemente nella creazione del Festival Classiche forme perché credo fortemente nella bellezza e nell’unione delle bellezze. Volevo coniugare la bellezza della musica, io così fortunata a poterla esplorare ogni giorno con lo studio ed i concerti dei grandi classici, alla bellezza del Salento in Puglia terra dalla quale provengo ma che non ho occasione di godere quotidianamente perché sono sempre in viaggio per lavoro. Due generi di bellezza che si coniugano a perfezione e che permettono agli artisti e al pubblico di scoprire questo lembo d’Italia, in una maniera non consueta.
Lei è nata a Copertino, in Salento Puglia, è una cittadina nel tacco d'Italia, zona agricola dedicata all'enogastronomia; ma il Salento è anche un luogo di profonda cultura classica. Lecce è una città ricca di un barocco fiammeggiante...
Sono nata a Copertino ma sono originaria di Arnesano, alle porte di Lecce; in effetti la mia famiglia produceva vino ed olio attività tipica di questa terra. Il Salento ha una natura meravigliosa lussureggiante, ma anche aspra però riesce ad unire a questo ambiente le costruzioni in stile barocco così raffinate ed artificiose. Basta guardare la Basilica di Santa Croce, soffermarsi sui dettagli sulle statue per vedere l’opulenza del Barocco leccese. Un binomio vincente che si arricchisce con la splendida pietra leccese, con il suo colore dorato che connota e illumina non soltanto la città di Lecce, ma anche i piccoli centri.
Come si fa, partendo da questa terra a studiare nelle più prestigiose scuole di musica, vincere concorsi internazionali confrontandosi con partecipanti che arrivano da tutto il mondo il Van Cliburn, il concorso di Montreal?
E’ vero Lecce, il Salento sono distanti in termini di chilometri dai grandi centri; qui però c’è una grande disciplina del lavoro che arriva proprio dalla nostra origine contadina, l’impegno duro e quotidiano appartiene alla nostra natura. Io sono abituata alla fatica quotidiana, anche manuale perciò ho sempre trovato normale tutto lo studio fatto in questi anni e l’impegno che ho messo nel partecipare ai concorsi internazionali di Montreal e Van Cliburn. Impegno e forse dedizione, direi, fondamentali per accedere a queste manifestazioni. Ho avuto una grande fortuna: poter studiare con Benedetto Lupo, uno dei più grandi didatti al mondo, ed a pochi chilometri dalla mia città perché insegna a Monopoli. Sono andata all’estero solo per partecipare ai concorsi.
Con questo Festival vuole portare la bellezza in questa terra che ha una natura generosa? È un modo per restituire bellezza?
È proprio così, vedo il festival come un atto di restituzione ad una terra che mi ha dato tanto. E’ anche una maniera di condividere la mia vita con i miei conterranei. Certo la tecnologia, internet hanno aperto occhi ed orecchi a tutti, ma seguire dal vivo gli eventi e le manifestazioni è tutta un’altra cosa. Mi piace molto poter portare a casa gli artisti più bravi che incontro in giro per il mondo e suonare assieme a loro davanti al pubblico che più di tutti mi sostiene e mi vuole bene.
Il Salento è ormai molto conosciuto in Italia e in Europa per essere la terra della "pizzica", ma la Puglia ha dato i natali a grandissimi musicisti: Piccinni nato a Bari, imperava a Parigi, finché Maria Antonietta non iniziò a sostenere Gluck dando vita alle famosa "querelle"; Paisiello a Taranto, Leonardo Leo a San Vito dei Normanni, Sarro a Trani, Tritto ad Altamura, e poi Traetta Mercadante Fago...Caterina di Russia regalò un pianoforte a Paisiello dopo che lui aveva lavorato alla sua corte. Bisogna ricordare la storia, anche per le giovani generazioni?
Si certo, è importante ricordare la storia per i più giovani. La Puglia, poi, è stata una terra generosissima dal punto di vista culturale e continua ad esserlo: molti giovani artisti provengono dal sud Italia e dalla Puglia e il Salento. Al festival Classiche forme quest’anno, oltre me, c’è Vittorio Prato un baritono leccese che canta sui più importanti palcoscenici del mondo e da molto tempo non torna nella sua città. Poi ci sarà mia sorella Ludovica violoncellista, ha studiato con Enrico Dindo e fa parte del trio “Gioconda De Vito”
Il Festival ClassicheFORME ha una sua cifra? Un'identità precisa?
Certamente, in particolare quello che desidero è che sia un festival creato per un pubblico di esperti ed anche di appassionati. Mi piacerebbe che si rivolgesse a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla musica classica, con passione, entusiasmo e rispetto. Soprattutto vorrei un festival per tutti, senza distinzione di età o genere e sarei soddisfatta se tutti quanti si sentissero accolti.
Oltre ad artisti affermati, ci sarà spazio per anche per giovanissimi?
Sicuramente gli artisti più conosciuti e affermati saranno i protagonisti delle serate, e sono quasi tutti molto giovani. Ma ci saranno spazi per gli artisti che iniziano la carriera; concerti al mattino, all’aperitivo nel pomeriggio tutti al Palazzo Tamburino Cezzi, uno dei più belli di Lecce: è una dimora privata perciò è chiuso al pubblico. I concerti del mattino sono in collaborazione con i Conservatori pugliesi; quelli dell’aperitivo pomeridiano ospiteranno gli allievi dell’Accademia di Santa Cecilia e della Scuola di Fiesole. Importantissimo per me coinvolgere le istituzioni musicali; ho studiato nei conservatori e negli istituti pubblici e ne vado fiera
Per tre giorni interi la città di Lecce sarà invasa dalle note? Ci saranno concerti anche in luoghi non dedicati alla musica?
I luoghi dei concerti non sono dedicati abitualmente alla musica, a parte il palazzo Tamburini Cezzi di sera si farà musica nel chiostro del Museo Diocesano, accanto al Duomo, mai aperto prima ad eventi pubblici. In questo chiostro c’è un pozzo che è un po’ l’emblema del Barocco leccese.
© Simon Dongiovanni (Concerti ClassicheFORME)